Con profonda tristezza il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo ricorda Paolo Virno, suo docente sino all'anno accademico 2021-2022.
Filosofo attento ai nessi tra linguaggio, politica e forme della vita condivisa, ha dedicato la sua opera intellettuale all’indagine del parlare e dell’agire, allo studio delle trasformazioni del lavoro e all’analisi delle forme possibili della libertà nel mondo contemporaneo.
Intellettuale militante, oltre che fine studioso, ha attraversato stagioni di intenso impegno politico, che hanno contribuito a orientare il suo pensiero verso le condizioni concrete della cooperazione e della partecipazione civile. Con testi divenuti classici come Grammatica della moltitudine (Derive e Approdi, 2003), Quando il verbo si fa carne (Bollati Boringhieri, 2003) e Saggio sulla negazione. Per una antropologia linguistica (Bollati Boringhieri, 2013) ha messo a fuoco la centralità del linguaggio come pratica comune e terreno di potere, aprendo nuove prospettive alla comprensione delle dinamiche della sfera pubblica, della cooperazione sociale e delle metamorfosi del lavoro.
Profondamente attento alla formazione di giovani studiosi e studiose, ha trasmesso alle nuove generazioni la passione della ricerca, la curiosità per il presente e la responsabilità intellettuale verso il mondo sociale che viviamo.
La comunità accademica conserva con gratitudine il suo rigore, la sua generosità e la sua capacità di offrire strumenti critici per orientarsi nel presente e immaginare futuri più giusti e aperti.
